EX-STASIS, E 45 NAPOLI FRINGE FESTIVAL 2015
SCRITTO E DIRETTO DA Azzurra De Gregorio
PRODUZIONE Frentania Teatri/ Vanitas Vanitatum
IN COLLABORAZIONE CON Fondazione Campania dei Festival
CON Loredana Canditone, Giulio Maroncelli, Eva Sabelli, Giandomenico Sale, Carmine Scotto Di Santolo
SOUND DESIGN Rosa Della Sala
SCENE Michelangelo Tomaro
COSTUMI Marina Miozza
NOTE DI REGIA
Ex-stasis mette in scena la bellezza e la potenza della trasfigurazione che si verifica quando un corpo è coinvolto in un’esperienza estatica, e ne indaga le possibili, molteplici manifestazioni.
L’osservatore esterno, una volta messo di fonte a tali estasi, potrà sì ricercarne il senso, ma non potrà mai addentrarsi nel nucleo profondo che ha condotto il‘personaggio’ ad una tale alterazione dello stato di coscienza, poiché quella estatica rimane sempre un’esperienza fortemente soggettiva.
Ex-stasis è un invito a ricercare divinità e beatitudine in ciò che ci appartiene profondamente e intimamente, è un inno che celebra la riappropriazione di propri spazi ‘mistici’ in cui fare esperienza diretta con il divino e con forze, potenze o spiriti del mondo soprasensibile. Poiché è soprattutto nella possibilità di scegliere come vivere il proprio rapporto con ciò che considera divino che l’individuo afferma la sua autonomia.
I momenti di particolare elevazione estatica, sebbene siano dotati di un carattere di straordinarietà e sporadicità, rivestono però un ruolo centrale nella vita di un individuo poiché, grazie ad essi, egli abbandona qualsiasi tipo di forma intellegibile, trascende i propri limiti e sperimenta uno stato di beatitudine estrema. Tutto ciò, pur rappresentando una minaccia per l’integrità dell’io, costituisce uno spazio di libertà e di piacere in cui l’ordinarietà, la ripetitività ed il conformismo che caratterizzano la vita ‘normale’ di un individuo vengono momentaneamente messe da parte per lasciare spazio al sublime, all’ ineffabile: “Normalmente, nulla è per noi più sicuro del senso di noi stessi, del nostro proprio io… verso l’esterno, almeno, l’io sembra mantenere linee di demarcazione chiare e nette. Solo in uno stato, in uno stato in verità eccezionale, ma non tale da poter essere stigmatizzato come patologico, le cose vanno diversamente. Al culmine dell’innamoramento, il confine tra io e oggetto minaccia di dissolversi” (S. Freud, Il Disagio della Civiltà).
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