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EX-STASIS @ LOTO LINK FESTIVAL, TEATRO DEL LOTO, FERRAZZANO

 

Il Loto Link Festival nasce come prologo autunnale alla Stagione 2015/16. Un Ouverture d’autunno, appunto, che vuole soprattutto creare connessioni fra istituzioni e artisti, fra generi e spazi, fra discipline dello spettacolo, arti visive, musica e letteratura.Il Loto da sempre propone innovazione e indaga l’evoluzione e l’incrocio dei linguaggi ma anche le relazioni fra enti, in un progetto di sviluppo territoriale che metta la Cultura e le Arti performative al centro dei suoi interessi.Questo primo progetto, realizzato con la partnership del Dipartimento umanistico dell’UNIMOL e della Cineteca Nazionale, che prevede anche il coinvolgimento tecnico della Fondazione Molise Cultura, rappresenta crediamo un primo manifesto del Molise della “coltura delle Culture” atto a creare quelle relazioni interdisciplinari e interattive che sole oggi permettono vera maturazione e sviluppo dei territori. Sia da un punto di vista di crescita sociale e degli individui, sia da un punto di vista crescita economica e di progettazione d’impresa. Otto eventi performativi, con due prime assolute e altri spettacoli in seconda o terza esecuzione e in più due mostre e un convegno per proporre incroci e link di artisti e generi, di studiosi e rappresentanti istituzionali che mettono in gioco le loro esperienze e i loro talenti, con la volontà comune di indagare nuovi territori.

THE SICK ROSE

TEATRO FULVIO GUGLIONESI (CB)
17- 18 aprile ore 21.00
19 aprile ore 18.00


thesickrosewebTHE SICK ROSE

SCRITTO E DIRETTO DA Azzurra De Gregorio
SCENE Michelangelo Tomaro
COSTUMI Marina Miozza
SUONO Rosa Della Sala
CON Giulio Maroncelli, Giandomenico Sale, Carmine Scotto

PRODUZIONE Vanitas Vanitatum
IN COLLABORAZIONE CON Frentania Teatri

IMAGE CREDIT Wellcome Library, London

 

 

 
O Rose thou art sick.
The invisible worm,
That flies in the night
In the howling storm:

Has found out thy bed
Of crimson joy:
And his dark secret love
Does thy life destroy
William Blake

NOTE DI REGIA
Viviamo in corpi disinfettati, sterilizzati, deodorati, anestetizzati.
Ogni giorno, o più volte al giorno, ci sottoponiamo a pratiche volte a neutralizzare odori che le nostre ghiandole secernono naturalmente ma che, per noi uomini contemporanei, sono diventati disgustosi e nauseabondi. Ogni giorno ci proteggiamo dal ‘contagio’ del mondo esterno assumendo comportamenti e sostanze in grado di preservare la nostra integrità fisica e riducendo al minimo i contatti con corpi estranei.
Sebbene i vaccini ci promettano beate immunità e gli antidolorifici ci disabituino alla sofferenza, i nostri corpi sono ancora fragili e complessi organismi che combattono incessantemente contro la malattia, la sporcizia, la decomposizione, la morte.
Poiché, come affermava M. Foucault,“le discipline del corpo e le regolazioni della popolazione costituiscono i due poli intorno ai quali si è sviluppata l’organizzazione del potere sulla vita”, ci ritroviamo intrappolatati in un circolo vizioso di azioni che ci conducono ad abitare il nostro corpo come fosse incompleto senza l’ausilio di prodotti e preparati che ci ‘ripuliscono‘ dalla nostra umanità.
E dunque, come il già citato Foucault sosteneva, dato che “la vecchia potenza in cui si simbolizzava il potere sovrano è ora ricoperta accuratamente dall’amministrazione dei corpi e dalla gestione calcolatrice della vita”, pratiche come l’igiene personale e la cura del proprio corpo sono state rapidamente tirate fuori dalla cosiddetta ‘sfera privata’ e trasformate in severe norme dalle quali dipendono l’inclusione e/o l’esclusione sociale. Basti pensare alla sessualità, che è il campo in cui queste norme hanno trovato maggior aderenza ed il cui svolgimento è regolato da rigide prescrizioni e vigilato da specifiche precauzioni.

In The sick rose si assiste al progressivo disfacimento fisico e morale di una donna che, abituata a percepire il suo stesso corpo come fosse un perfetto congegno elettronico da programmare e modificare a suo piacimento, si ammala della paura di ammalarsi.
La barriera che interpone tra se stessa e il mondo esterno si sgretola di fronte all’evidenza
della caducità e della finitezza della propria esistenza e tutte le pratiche di disinfezione che quotidianamente infligge al suo corpo le si ripercuotono contro, scatenando una serie di conseguenze inaspettate.
La donna sopravvive, costruendosi un’identità fittizia attraverso cui nega la propria corporeità (il suo essere capace di produrre una vasta quantità di fluidi corporali, i suoi limiti fisici, l’essere sottoposta a leggi ‘naturali’) e anestetizza i propri sensi .
La donna sopravvive, ma non a lungo: nella rosa alberga un verme che contamina il suo profumo, che distrugge la sua bellezza, che spezza le sue radici.

INFO E PRENOTAZIONI
389 4390397